giovedì 18 dicembre 2014

Corso di formazione sull'approccio Pikler

Con piacere  inserisco il prossimo corso organizzato da ZEROSEIUP  che si svolgerà a Milano da gennaio ad aprile 2015.

mercoledì 22 ottobre 2014

Lo facciamo anche noi?

"Non la si    mise mai in una posizione che essa non avesse conquistato da sola, né le si è mai insegnato nè posizioni corporee diverse,...non si sono affrettati i suoi progressi, ci si è astenuti dall'influenzare direttamente le sue prestazioni e il suo sviluppo.
Di contro, ci si è curati di organizzare la sua vita in ,modo da favorire le sue iniziative e il suo piacere per l'attività autonoma assicurandole costantemente lo svolgimento calmo e equilibrato delle sue giornate contrassegnate da momenti piacevoli di cure corporee, spazio sufficiente appropriato e protetto, sempre un po' più grande di quanto potesse servirle, degli abiti che intralciassero il meno possibile i suoi movimenti, e dei giocattoli che ella potesse  manipolare da sola, senza aiuto, senza bisogno di intervento da parte dell'adulto". (J:Falk).

In questo breve brano tratto da un testo di J. Falk (allieva di E. Pikler e direttrice dell'Istituto Pikler) possiamo trarre molti spunti per riflettere sulla pedagogia di oggi, su consuetudini e culture di infanzie.

Quello che mi sorprende, oltre agli interventi concreti rivolti ai bambini, è l'impostazione   che sottende il pensiero di Pikler che assegna  fiducia nelle capacità di sviluppo del bambino,  non intralcia le sue iniziative, non affretta l'evoluzione spontanea del suo sviluppo con interventi diretti, ma  ne rispetta il ritmo individuale.
Strettamente collegato è l'aspetto legato alla cura. "Nell'ambito dell'Istituro, l'aspetto di una relazione calorosa, affettuosa ma ragionata tra il bambino e l'educatrice da una parte e l'aspetto dell'attività autonoma del bambino nata dalla sua iniziativa dall'altra, sono del tutto inseparabili". la sicurezza che procura una relazione intima  e continuata con un numero ristretto di adulti ben conosciuti, fonda la base del piacere di una attività libera e autonoma, fonte di gioia e di esperienze che favoriscono uno sviluppo armonioso."

martedì 14 ottobre 2014

Approfondimenti sullo sviluppo psicomotorio dei bambini

  Ogni anno, ogni giorno, ogni attimo nella professione educativa è importante,diverso mai banale.
Momenti di gioia, dubbi, gratificazioni o domande: ho fatto bene? Molti pensano che non avere dubbi probabilmente è segno di un certo tipo di arroganza, chi può dire se ogni nostro atteggiamento o comportamento nei confronti dei bambini sia quello giusto, se...
Penso sia ragionevole interrogarsi; porsi in un atteggiamento di dubbio prima di intraprendere una strada piuttosto che un'altra.e nella pratica educativa questo approccio è    sostanziale.
La formazione di base, quella in itinere, la voglia di migliorarsi, studiare...tutto può contribuire; discutere e confrontarsi con altri professionisti che condividono esperienze simili alle nostre; esplorare altri mondi...
Accanto a tutto questo, invisibile ma parallelo e determinante esiste un mondo  altro che è quello della cultura all'interno del quale siamo nati, cresciuti e identificati.
L'ordine simbolico, come viene definito all'interno della teoria degli organizzatori dello sviluppo; quell'ordine simbolico che può andare a "cozzare" con ciò che possiamo avere appreso; che sappiamo sconsigliabile mentre è pratica comune e consolidata nella stragrande maggioranza delle azioni riservate ai bambini.
Azioni difficilissime da scardinare, che determinano scelte in altri mondi diversi tra loro, da quello familiare a quello commerciale. Esempio ne è il girello. Non è auspicabile probabilmente farlo usare ai bambini, eppure ne sono pieni i centri commerciali nei negozi specializzati per la primissima infanzia.

Myrtha Chokler, sarà presto ad Ancona per la conduzione di alcuni seminari di approfondimento  (interni all'Ente comunale)sullo sviluppo psicomotorio del bambino.Sarà una ulteriore opportunità di confronto su stili educativi. A lei il compito di portarci  a riflettere sullo sviluppo del bambino e su come aiutarlo a crescere in autonomia. a crescere per divenire uomo o donna liberi perché capaci di pensare senza dipendenze...un obiettivo straordinario per una società potenzialmente migliore.

mercoledì 8 ottobre 2014

Comunicare nei gruppi educativi...

Segnalo, per chi fosse interessato,  una iniziativa interessante che si svolgerà a Jesi fine novembre.



Corso di formazione per
i Gruppi di lavoro dei nidi e delle scuole d'infanzia
Città di Jesi
venerdì 21 novembre  : Asilo nido comunale Oasi , ore 16,30-19.30
sabato 22 novembre 2014: Galleria Biblioteca comunale Palazzo Pianetti
                                          
Lavorare in gruppo: perché a volte è così difficile!
Docente : Paola Toni

Obiettivo
Il corso sarà realizzato con la presenza di coordinatrici/tori ed educatrici di nidi d’infanzia con l’obiettivo principale di riflettere intorno ai valori del servizio per uniformare comportamenti e prassi.
Offrirà spunti di riflessione originali e specifici per migliorare le performances professionali e creare un clima di reciproca attenzione e di propositività.

Finalità
Conoscere le principali tecniche di comunicazione, diventare sempre più consapevoli del proprio stile di relazione, comprendere i contesti in cui si lavora e le persone che ci circondano, conoscere le proprie motivazioni al lavoro, sviluppare capacità ed energie per lavorare meglio nel gruppo.
Acquisire nuove abilità per gestire le relazioni con tutti i protagonisti del servizio educativo: genitori, colleghi, coordinatori/trici, funzionari, pubblici esterni.
Imparare ad intervenire esprimendo autorevolezza, acquisire consapevolezza dell’importanza della comunicazione interpersonale e del clima interno nella percezione del servizio.
Non cadere nelle trappole dell’incomprensione e imparare a risolvere o gestire problematiche spinose nella relazione con i tutti i protagonisti dei servizi educativi, dai gruppi di lavoro ai superiori, dalle famiglie alle reti territoriali.
Ampliare i significati del lavorare oggi, tempo di grandi cambiamenti,  in un servizio educativo e aumentare la conoscenza del contesto e degli strumenti di comunicazione del servizio e iniziare un ragionamento sull’uso delle opportunità che il web offre e dei social network.
Riflettere sul valore della comunicazione interna al servizio per acquisire maggiori abilità, ragionare per implementare o migliorare gli strumenti utilizzati per la comunicazione esterna.



Prima parte: La comunicazione che salva la vita
Contenuti:
  1. Cosa significa lavorare oggi in un servizio educativo
  2. Le principali tecniche che definiscono il processo di comunicazione
  3. Comportamento e abilità comunicative per lavorare nei servizi educativi
  4. Subire o gestire il cambiamento? Riflessioni e confronti
  5. La motivazione, leva strategica del comportamento
  6. Dire, fare, ascoltare e il linguaggio del corpo
  7. Assertività, autostima e autorevolezza: spirale positiva
  8. Percezione e comportamento per vivere e lavorare meglio
Seconda parte: Le relazioni del servizio educativo
Contenuti:
1.    Le principali tecniche per  gestire le relazioni
2.    L’importanza dell’immagine e della comunicazione del servizio nelle relazioni interne ed  esterne
3.    Clienti o utenti: i genitori chiedono, percepiscono, valutano
4.    L’interazione, l’ascolto e il clima interno al gruppo
5.    I momenti della verità del servizio
6.    Riunioni e incontri: quale organizzazione?
7.    L’analisi del contesto e le strategie efficaci per costruire reti territoriali
8.    Il piano di comunicazione esterno: gli strumenti più idonei,  dal tradizionale cartaceo al web.
Terza parte: Lavorare in gruppo: perché a volte è così difficile!
Contenuti:

1.                            Autoanalisi della propria comunicazione e capacità persuasiva
2.                            Perché non sono capace di accettare le critiche
3.                            L’offesa e l’autostima, L’immagine e la reputazione personale
4.                            Ragionamento intorno alle teorie e classificazioni delle tipologie di gruppo
5.                            Da gruppo di lavoro a team: quali differenze?
6.                            Come favorire la crescita del gruppo: emozioni e razionalità a confronto
7.                            Motivazione e frustrazione, immagine e reputazione
8.                            Creare sinergie e valorizzare le differenze all’interno del gruppo

Metodologia didattica

Altamente interattiva con casi, test, giochi e simulazioni.
COSTI : 70 EURO ( CON BOLLETTINO  A SOCIETA’ FORMATIVA CHE GESTISCE CORSO E CHE INVIERA’ A BREVE COMUNICAZIONE VIA MAIL A INDIRIZZARIO E  A PRENOTAZIONI INDIVIDUALI)

Paola Toni Bibliografia minima sui temi della comunicazione interpersonale e del cambiamento 1.Paul Watzlawich "La pragmatica della comunicazione"- ed. Astrolabio 2.Paul Watzlawich "Change" - ed. Astrolabio 3.Paul Watzlawich "Il linguaggio del cambiamento" - ed. Astrolabio 4.Paul Watzlawich "Di ben in peggio" - Feltrinelli 5.Paul Watzlawich "Istruzioni per rendersi infelici" - Feltrinelli 6.Richiard Bandler - Leslie Bandler "Programmazione Neurolinguistica" - Ed. Astrolabio 7.Anthony Robbins "Come ottenere il meglio da sè e dagli altri" - Rizzoli 8.Eric Berne "L'analisi transazionale" - Ed. Astrolabio 9.Eric Berne "A che gioco giochiamo" - Bompiani 10.Thomas Harris "Io sono OK, tu sei OK" - Rizzoli/F. Angeli 11.Edward De Bono "Il pensiero laterale" - Mondadori 12.Edward De Bono "Io ho ragione, tu hai torto" - Sperling & Kupfer 13.Charles Handy "L'epoca della non-ragione" - ed. Olivares

Paola Toni si occupa di servizi alle imprese nel campo della comunicazione, della ricerca sociale, del marketing e della formazione.  Per i servizi all’infanzia e alla adolescenza svolge attività di consulenza nell’area organizzazione, comunicazione e relazione interpersonale. Ha ricoperto il ruolo di dirigente dei servizi educativi del Comune di Genova.
E’ specializzata nel facilitare i processi di cambiamento all’interno di Enti, istituzioni ed aziende e nell’attivare percorsi di crescita individuale .
Ha pubblicato :
Uno in più. Bambini e adulti in relazione nei percorsi di crescita da zero a sei anni  -  Junior -Spaggiari edizioni  2012

Coordinatore pedagogico , professione multitasking -30 modelli per gestire – Junior – Spaggiari edizioni  2104


Per informazioni:
zeroseiup@gmail.com
c/c intestato a Zeroseiup -Bergamo IBAN IT14C0542852570000000003872
Costo 70 euro


venerdì 3 ottobre 2014

Laboratori...che passione

Il 2,3 e 4 settembre, dopo il rientro dalle vacanze estive,abbiamo avuto il grande piacere di ospitare ad Ancona Paola Tonelli che ha condotto due laboratori e un seminario sulle scatole azzurre per le educatrici dei nidi comunali.
Un'esperienza bella che ha lasciato tracce, ha stimolato riflessioni. Giornate intense.
Sono rimasta affascinata dai lavori svolti dai due gruppi di educatrici: la tavolozza di forme e colori (detta installazione= forma d'arte); il connubio tra lavoro individuale e collettivo; l'importanza di sperimentare in prima persona per comprendere e poter apprendere anche dal lavoro dell'altro.
La riflessione e la progettazione sulla scatola azzurra  nasce  dalla consapevolezza che i bambini di oggi vivono di frequente in condizioni di ingabbiamento e di "libertà vigilata".
Una condizione che non consente la libertà necessaria e che pone limiti alla vera autonomia (direbbe Myrtha Chokler) dei bambini.
E' vero come sostiene Paola Tonelli che  oggi i bambini vivono come in scatola; bambini che vivono in scatole chiuse e che transitano da una scatola all'altra. dalla scatola casa alla scatola auto, dalla scatola  nido alla scatola sezione... c'è sempre meno spazio e tempo per vivere a contatto con l'ambiente naturale.
Abbiamo riflettuto insieme del perché c'è la tendenza da parte degli adulti a stare con i bambini dentro piuttosto che all'aperto; le risposte  date hanno evidenziato in primo luogo  la questione culturale che sostiene e amplifica il pensiero protettivo; l'impostazione pedagogica che privilegia l'apprendimento attraverso la programmazione lineare degli interventi;la  paura dell'esterno,  spesso si rinuncia a stare in giardino perché sporco, perché spoglio o scarso di giochi.
In realtà i bambini hanno il piacere  e il gusto di sperimentare (non hanno bisogno di essere sollecitati in questo) a  patto che vi sia un adulto che li accompagni senza iperprotezioni, suggerimenti, direzioni obbligate...

 


mercoledì 1 ottobre 2014

Nuovo anno educativo, nuove esperienze "L'Isola di Elinor"

Da pochi giorni è stata  inaugurata ad Ancona, a gestione completamente comunale,  una sezione Primavera che prende il nome ed è dedicata ad Elinor Goldschmied: "L'Isola di Elinor".
Si trova nel quartiere della Seconda Ancona, semicentrale , dove vi è una maggioranza di cittadini stranieri, che definirei quartiere multietnico, purtroppo,  centro anche  di episodi  d microcriminalità.

L'Isola di Elinor è collocata all'interno di un complesso strutturale molto importante sia dal punto di vista monumentale che ambientale; si tratta infatti  di un ex manicomio -  edificio costruito nel lontano 1901 all'interno di una grande area verde che oggi è sede, in gran parte,  di uffici e servizi dell'ASUR  ed altri enti tra cui il Comune di Ancona.

La struttura comunale, completamente ristrutturata, appare bellissima e incorniciata da un grande giardino con alberi secolari di tipologie diverse oltre che rari. Entrare camminando  tra i vialetti  loggiati, fa pensare ad un contesto completamente diverso e fa assaporare altre sensazioni, più vivibili ed ecosostenibili. I vialetti infatti sono pedonabili e le auto hanno altre traiettorie che non si intrecciano.con essi.

Dunque "L'Isola di Elinor" offre nuova vita ad un ambiente bello ma che lo potrà essere ancor di più   attraverso la presenza dei bambini e delle bambine e adulti che lo utilizzeranno.

Dedicato a E. G.( una  famosa psicopedagogista inglese che ha svolto molti anni di lavoro anche in Italia e  che ho avuto anch'io la fortuna di incontrare e ascoltare nel corso della mia carriera professionale), il progetto educativo assume  ogni suo suggerimento insieme alle teorie dell'educazione attiva e del pensiero Pikleriano.

La fontanella
In questo contesto verranno accolti venti bambini dai 24 ai 36 mesi, così come prevede la legislazione vigente riguardo  le sezioni Primavera. Un anno  di "nido" prima di iniziare la scuola dell'infanzia.Perché è una fascia d'età quella dai due ai tre anni, che merita un'attenzione particolare e rispettosa dei tempi e dei bisogni dei bambini ostacolando quanto più possibile, inutili e difficili anticipi.

Il personale comprende: due educatrici full time, una operatrice,  una responsabile pedagogica e  una coordinatrice.

Oggi i primi ambientamenti: Riccardo, Samuele, Amanda,Mirko, Giulia, Emanuela...quante emozioni!

Buona vita! queste parole sono state  scritte su una lavagnetta  regalata da un altro gruppo educativo, bellissime parole augurali e che lo sia veramente per tutti/e! 






domenica 25 maggio 2014

LE MANI DEL BAMBINO SONO IL SUO VERO MAESTRO (M.Montessori)

Le attività dei grandi nella scuola dell'infanzia 
...soffermiamoci sui più grandicelli, quelli dei quattro/cinque anni, che attraversano un periodo delicato di trasformazioni psicologiche, di nuova percezione di sé e della realtà. questi bambini cambiano il loro modo di agire, spostano su altro il desiderio di manipolare, di sperimentare con le proprie mani: hanno esplorato fin dal primo anno di vita, ma ormai si muovono su un piano ben più complesso. Conoscono vari materiali  , se hanno avuto la possibilità di farne uso: ora vogliono farli propri in un modo nuovo. Non occorre cambiarli, solo permettere loro di adoperarli con quella ricerca creativa che è propria di questa età...
...altro fascino grande riveste tutto ciò che vola, fatto con le proprie mani:semplici aquiloni persino in carta da giornale, leggere palle di carta legate a u filo da roteare e lanciare, piccoli aeroplani, minuscoli paracadute. occorre poi trovare il posto buono per lanciarli, seguirli con lo sguardo e andarli a recuperare...
Mantenere lo sguardo verso il cielo significa anche sviluppare una sensibilità verso i cambiamenti climatici: tempo "bello", tempo "brutto", che assurdità! Vuoi mettere il piacere di pesticciare in una pozzanghera, di tuffare le mani nella neve!?
Con i bambini si possono osservare i cambiamenti e goderne sempre, gustare il fascino dei temporali, la sorpresa della prima neve.Si può preparare uno speciale calendario su cui annotare giorno per giorno, con disegni e figure, quello che il cielo ci propone.
La vita all'aperto è poco incoraggiata nelle nostre scuole: siamo un paese a clima temperato, ma i nostri bambini dalle Alpi alla Sicilia , stanno quasi sempre al chiuso. Il tempo passato all'esterno sembra sprecato, forse perché non si fanno schede né disegni. Eppure, come non notare che là fuori ci sono meno conflitti, che i bambini cercano nascondigli, inventano giochi del far finta secondo modalità tutte loro. Se hanno oggetti a disposizione costruiscono storie anche complicate, parlano tra loro, ridono, scoprono il piacere di cominciare a progettare insieme in due o tre...
 La terra è soprattutto il luogo dal quale - e che prodigio! nascono e crescono le piante, e se il giardino è ben organizzato, si possono raccogliere frutti, questi si da mangiare!Lamponi o fragole, mele o pere anche per far torte nella cucina della scuola, coltivare insalata e pomodorini, erbe aromatiche (il prezzemolo tritato con una piccola mezzaluna è ottimo sulle patate o sulle zucchine lessate o tagliate dai bambini; le foglie di menta sono gradevoli per una tiana: ccome raccoglierle senza strapparle?). Seguire le trasformazioni di un fiore di fagiolo in baccello, dei fiori di zucchina o di zucca in frutti che possono diventare grandi come quelli delle fiabe e i cui semi essiccati sono buonissimi da sgranocchiare: ecco attività che stimolano sensibilità profonde per i fenomeni vitali...e che faremo dei piccoli animali che si annidano nel terreno? Come fanno a vivere lì sotto al buio? E  delle lumachine che spuntano alle prime piogge e si mangiano il nostro lattughino?Proprio nelle scuole delle città bisognerebbe sempre reperire un angolo di terra da zappare, seminare, innaffiare, procurando attrezzi veri anche se di piccola misura, scegliendo piante che resistano durante l'estate"...(Grazia H. Fresco, 2005).

                                             Bambini che giocano - Helsinki, maggio 2014

Leggendo tra articoli vari  casualmente ritrovo  questo interessante di G.H.F. datato nel 2005,  ma attualissimo per il tema legato allo stare all'aria aperta, alla coltivazione dell'orto, alle attività varie che possono essere realizzate da bambini di 4/5 anni avendo in mente un bambino attivo e autonomo!

sabato 24 maggio 2014

I bambini e le bambine hanno diritto a servizi di qualità

Ci risiamo , qualche giorno fa ho letto, da qualche parte, della   volontà espressa dal Ministro attuale della Pubblica Istruzione di anticipare a cinque anni la scuola primaria...
Ora sappiamo tutti che non è la prima volta che si parla di anticipo. Tutto sommato potrebbe anche essere fuorviante mettere, come faccio io ora, un muro di fronte alla proposta.
Il fatto è che non accetto il termine anticipo. Il suo significato sta nel  : "Fare prima..."
Tutto si può fare a patto che si tengano presenti alcune condizioni. Ad esempio: è a tutti chiaro cosa significa questo passaggio per i bambini?  Abbiamo chiarito oltre alla semplice considerazione della temporalità della scuola di cosa hanno bisogno i bambini? Abbiamo una idea di bambino condivisa?
Tutto si può fare ma...  i bambini iniziano la scuola a cinque anni con una progettazione educativa che richiama i diritti dell'infanzia o è  unicamente una scelta dettata  da una esigenza efficientistica adultocentrica ?
La nostra società sembra impazzire, noi adulti  siamo  in balia di un tempo frenetico, sempre più ridotto per le relazioni, sempre più veloce. Abbiamo sempre meno tempo per...la velocità  non aiuta a vedere, ad ascoltare i bisogni profondi. Stiamo diventando "ciechi". Non vediamo più i nostri figli e pretendiamo che siano più efficienti anche loro...
I bambini hanno dei tempi diversi da quelli degli adulti, hanno bisogno di tempo,  dei loro tempi. E. Pikler ha titolato uno dei suoi libri "DATEMI TEMPO". una considerazione che dovrebbe diventare un'icona per noi adulti.Ok a scuola a cinque anni purché quello che chiediamo ai bambini non sia pretesa di anticipo ma consegni spazi, luoghi e relazioni legate ai bisogni di gioco,  al piacere della scelta; allo stare bene dentro e fuori di sè. Diamo tempo ai nostri bambini !Diamo loro la possibilità di crescere e di formarsi in modo armonico. 
I bambini hanno diritto a servizi di qualità. 

mercoledì 14 maggio 2014

Helsinki, scorci di infanzia

Viaggiare è certamente una delle esperienze che preferisco realizzare;  a questa mia passione aggiungo se me ne è data opportunità, la voglia di scoprire  altri mondi infantili, altri modi di "vedere" l'infanzia. Il recente viaggio ad Helsinki è una di queste esperienze che ritengo sia valsa la pena di aver fatto.
Vista dall'alto in prossimità di Helsinki
Grandi distese di terra fredda, laghi, betulle...un clima davvero poco confortante per una come me che ama il sole, il caldo. Eppure sento  una forte  attrazione e ammirazione   per una nazione che , attraverso scelte politiche mirate,ha tenuto  e  tiene in gran conto il mondo infantile, i bisogni e le necessità del ruolo genitoriale. In realtà tutti sappiamo che i primi anni di vita di un bambino segnano "la differenza"; se curato, amato, ascoltato un bambino cresce in modo armonico sereno e può avere migliori opportunità di crescita  intellettuale e sociale nel corso della sua vita Altre recenti indagini hanno constatato che i bambini che frequentano nidi di qualità hanno queste stesse possibilità. Eppure queste constatazioni, queste nostre conoscenze non riescono ad essere pianificate concretamente. Vivo la realtà dei servizi educativi da oltre trent'anni e  spesso mi sono trovata a difendere piccole posizioni conquistate dopo anni di lotte per poi, in un tempo incredibilmente veloce, trovarmi di fronte a scelte e decisioni prese dall'alto mirate ad una drastica inversione di marcia.
In Finlandia  il sistema educativo riflette una impostazione di grande considerazione del mondo infantile e di conseguenza anche la categoria degli insegnanti e degli educatori ne trae i suoi vantaggi. 

Il nostro primo incontro è avvenuto alla sede del Sindacato OAJ che vanta un tasso percentuale del 95% di  insegnanti iscritti e che , per tale motivo  ,ha  anche una forte capacità di negoziazione; si può pertanto  considerare un attore molto importante rispetto alle politiche educative del Paese.La Finlandia è una di quelle realtà in cui la negoziazione è fondamentale; l'ultimo sciopero del settore  risale  a circa trent'anni fa.
Come simpaticamente ci fa presente Rtva Semi "in inverno è preferibile discutere intorno ad un tavolo piuttosto che fare manifestazioni fuori!".



domenica 27 aprile 2014

alla ricerca di

va molto di moda  parlare di educazione all'aria aperta, di agrinido, di agriasili, di agriscuole. Affascina molto anche me. è come se da questa modalità nuova di pensare ed educ are in ambienti agricoli molte bambine e bambini (anche se per ora  è una minuta rappresentanza) si intraveda una speranza. Un percorso inverso che tenta di ripartire dalle origini. Piccoli numeri, riappropriazione della terra attraverso la cura dell'orto , esperienze con gli animali, esperienze di piccoli "rischi"... rischi che nei nostri servizi cittadini non sono così facilmente concessi. La domanda che mi pongo è "Sarà possibile che anche nei servizi educativi cosiddetti cittadini i piccoli possano realizzare esperienze di avvicinamento reale all'ambiente naturale ?". Eppure da lì si possono apprendere molte cognizioni, le scoperte in giardino o nel parco sono profondamente emozionanti. Trovare tesori , incontrare  nuovi amici animali...

mercoledì 19 febbraio 2014

A due giorni dal convegno nazionale di Reggio Emilia

Tra due giorni inizierà la maratona del convegno nazionale del Gruppo Nazionale Nidi Infanzia  a Reggio Emilia.Tre giorni  che si preannunciano importanti ; avrò la possibilità di rivedere tantissime persone e di conoscerne di nuove  con le quali condivido motivazioni, interessi, entusiasmo per la mia professione.Questo mi affascina, mi incuriosisce, mi fa sperare." Una boccata di ossigeno" si dice, per tutti noi. Saremo in tantissimi; le iscrizioni si sono chiuse ieri; ciò significa che per i bambini e le bambine, ma anche per noi stessi adulti  ci siamo e siamo in tante e tanti. Un popolo mobilitato per la qualità dei servizi educativi

domenica 2 febbraio 2014

...

Ritorno sul concetto di cura riportando un brano tratto da un fascicolo  di Judit Falk: "nell'ambito dell'istituto (E.P.) l'aspetto di una relazione calorosa, affettuosa, ma ragionata tra il bambino e l'educatrice da una parte, e l'aspetto dell'attività autonoma del bambino nata dalla sua iniziativa dall'altra, sono del tutto inseparabili.
la sicurezza che procura una relazione intima e continuata con un numero ristretto di adulti  ben conosciuti, fonda la base del piacere di una attività libera e autonoma, fonte di gioia e di esperienze che favoriscono uno sviluppo armonioso.
La relazione educatrice bambino si instaura soprattutto durante i momenti del pasto, del bagno e delle altre cure corporee, momenti privilegiati del contatto individuale, durante i quali l'educatrice deve avere sempre il tempo sufficiente per  capire i bisogni, osservare e decodificare i messaggi individuale e rispondervi in modo adeguato".
E quando si occupa di uno dei bambini che le sono affidati, bisogna che sia intimamente convinta che gli altri possono giocare in modo autonomo senza essere pervasi da un senso di abbandono e di frustrazione, e per di più che essi approfittano della loro possibilità di attività libera, nello stesso tempo in cui il bambino di cui ella si occupa, sarà contento di ricevere la sua attenzione calorosa."...

domenica 19 gennaio 2014